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Gelate tardive e manodopera in agricoltura. Servono risposte immediate e concrete

3 maggio 2021


Le gelate delle ultime settimane, dopo le alte temperature di quelle scorse che hanno favorito il risveglio della vegetazione, hanno causato alle piante un terribile shock termico con effetti infausti sulle produzioni, colpendo in maniera pesante frutteti e coltivazioni e rischiando, in questo modo, di compromettere seriamente le raccolte estive. Un fenomeno questo - accompagnato quasi ovunque da forti precipitazioni e neve anche nella prima fascia collinare - che ha interessato tutta la Regione Emilia-Romagna, e quindi il nostro territorio, ed ha colpito la maggior parte delle produzioni agricole e vitivinicole. Nel forlivese-cesenate, nello specifico, si sono verificati danni ingenti fino alle zone collinari e anche in aree tradizionalmente meno esposte, soprattutto per quanto riguarda gli alberi da frutto, peschi, albicocchi, ciliegi, susini, in parte meli e peri, kiwi e in alcuni casi sono stati segnalati danni alle viti. Un evento che purtroppo non è nuovo nel nostro territorio, si è infatti ripetuto quanto già avvenuto nel 2020, dove, in diversi casi, era stato colpito anche fino al 100% del raccolto dell’anno.
 
Per sostenere le imprese che si trovano alle prese con una situazione estremamente difficile, che si somma alle difficoltà legate all’emergenza pandemica e al peggioramento costante delle conseguenze dei cambiamenti climatici, la nostra Regione si è attivata fin da subito mettendo in campo diversi strumenti. È già infatti attiva, da qualche settimana, la piattaforma online per raccogliere tutte le segnalazioni dei potenziali danni alle imprese agricole e permettere così una precisa ricognizione sul territorio e l’Assessore regionale all’Agricoltura Mammi ha dichiarato la volontà di aiutare il sistema ortofrutticolo attraverso investimenti, ricerca e sostegno promozionale, lanciando anche un forte appello al Ministero delle politiche agricole per riconoscere l’eccezionalità dell’evento calamitoso e quindi mettere in campo fondi straordinari per indennizzare gli agricoltori. Per tutti questi motivi, non possiamo che sostenere l’impegno della Giunta regionale, nello specifico dell’Assessore Mammi, e quella che è la richiesta avanzata dai Consiglieri regionali Manuela Rontini e Massimo Bulbi, attraverso una risoluzione assembleare, volta a impegnare formalmente la Regione a mettere in campo tutte le misure necessarie a fronteggiare le criticità emerse e da noi qui evidenziate.
 
Allo stesso tempo, l’agricoltura vive una seconda e nuova emergenza che non dobbiamo sottovalutare. Si sta infatti avvicinando la stagione dei raccolti nei frutteti, nei campi e nei vigneti e manca la manodopera. Si tratta di alcune centinaia di migliaia di posti di lavoro, braccianti, di cui almeno il 30% è straniero. Molti lavoratori stranieri sono rientrati nei paesi d’origine a causa della pandemia e, molti di loro, non riescono a fare ritorno in Italia a causa dei blocchi alle frontiere e delle misure restrittive imposte dai singoli Paesi. Per questo, anche su questa tematica importante, sosteniamo la presa di posizione del Gruppo assembleare PD Emilia-Romagna e sollecitiamo anche noi misure urgenti per sbloccare questa situazione che, sommandosi ai danni alle colture, rischia di mettere a serio repentaglio la stagione dei raccolti. Tutto ciò con un imperativo: mettere sempre al primo posto la dignità e i diritti di ogni singolo lavoratore e lavoratrice.
 
Il supporto politico nella gestione delle contingenze deve necessariamente accompagnarsi a una più ampia visione che riporti la produzione primaria a un ruolo di protagonismo. Le aziende agricole da troppo tempo si stanno facendo carico della sostenibilità tecnica, economica e sociale delle loro produzioni sotto il peso di una costante volatilità dei mercati e perverse, e incontrollate, logiche speculative. È tempo che la politica punti con convinzione a farsi carico di uno dei capisaldi fissati dagli obiettivi specifici della PAC (Politica Agricola Comune), quello di uno strutturale riequilibrio dei rapporti di forza nelle filiere produttive a favore della componente più debole quella delle singole unità produttive aziendali. Queste, nei nostri territori con il loro lavoro e la loro tenacia consentono la sopravvivenza di ampi settori di un’articolata filiera, oltre che essere protagoniste nelle politiche di salvaguardia del territorio.    
 
Filippo Rossini, Capogruppo PD Cesena
Gianni Ceredi, Consigliere comunale PD Cesena


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