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Per la scuola, per la Costituzione: la reazione di Valditara è stata violenta e inquietante

11 marzo 2023


Abbiamo letto sgomenti i commenti di “Lega Cesena” alla lettera di alcuni docenti cesenati sui  fatti di Firenze e sul comportamento del ministro Valditara. 

Come Partito Democratico di Cesena vogliamo dirlo chiaramente: la reazione di Valditara è stata violenta e inquietante. È gravissimo che un ministro intimidisca una preside della scuola pubblica semplicemente perché ha difeso pubblicamente i principi basilari della nostra Costituzione e ha rimarcato una verità storica che dovrebbe essere condivisa da tutte le forze politiche che siedono in Parlamento, vale a dire che il fascismo è nato e si è fondato sulla violenza e l’intolleranza e che nella società è sempre bene ravvivare gli anticorpi culturali contro una deriva autoritaria, di qualunque colore, prescindendo dal fatto che essa sia effettivamente in corso. Forse il Ministro dell’istruzione non ne è al corrente ma la scuola pubblica spende tempo ed energie per mettere in pratica quotidianamente i valori della nostra Costituzione: l’uguaglianza, la libertà, la legalità, le pari opportunità, il lavoro, la tolleranza, la dignità della persona umana.

Il ministro arriva a parlare di “attacco alla libertà di opinione”, di una “campagna di odio e delegittimazione”. Si riferisce forse al pestaggio subito dagli studenti? No, su quello né il ministro né alcun esponente del governo e della maggioranza hanno speso una parola. Si riferisce, invece, alla preside del liceo fiorentino, rea di aver condannato i calci e i pugni sferrati dai militanti neofascisti contro gli studenti.

Su Valditara, peraltro, non registriamo solo un problema ideologico ma anche di evidente inadeguatezza professionale e politica. La scuola è un’istituzione centrale per il paese: è un luogo di crescita individuale e collettiva, è il luogo nel quale si formano i primi e più solidi legami sociali, si determina quale sarà l’Italia di domani, si gettano le basi per la crescita culturale ed economica del paese. Ricoprire il ruolo di ministro dell’istruzione è una responsabilità enorme e Valditara si sta rivelando del tutto inadeguato al compito: da mesi non fa altro che commentare polemicamente, acuire conflitti, creare incidenti e divisioni, eccitare gli animi, delegittimare studenti e operatori della scuola. Intanto, mentre è impegnato in immaginifiche battaglie culturali di cui nessuno sente l’esigenza, il suo governo taglia fondi alla scuola pubblica, cancella dalla cartina centinaia di istituti nelle aree interne del paese e nelle periferie delle città (cioè in quei luoghi dove, invece, sarebbe più necessario avere una presenza capillare di scuole aperte tutta la giornata), e crea le condizioni per il ritorno delle classi pollaio.

L’Italia (e la scuola) che hanno in mente Valditara e il governo è un paese conformista, dove i cittadini sono incoraggiati ad abbassare la testa e a obbedire al potere di turno, mentre chi esprime democraticamente le proprie idee, riafferma diritti basilari e valori costituzionali viene intimidito dal governo.

In questi giorni vediamo con sollievo che non da soli abbiamo condannato la reazione violenta e intimidatoria del ministro, esprimendo vicinanza alla preside del Liceo Leonardo da Vinci e alla comunità studentesca. Auspichiamo, però, che al prossimo assalto squadrista la difesa degli studenti non sia lasciata a pochi dirigenti scolastici coraggiosi ma giunga innanzitutto dalle forze politiche che si riconoscono nei principi della Costituzione. Come Partito Democratico ci batteremo assieme alle altre forze democratiche per non lasciare soli studenti, docenti e presidi di fronte alle minacce del loro stesso governo.

Infine, sappiano il ministro Valditara e gli esponenti di Lega Cesena che, nonostante i tentativi di assoggettarla e di asservirla agli interessi politici del momento, anche questa volta la scuola rimarrà al suo posto, forte e democratica, come prescrive la Costituzione; Valditara, invece, sarà ricordato solamente come uno dei tanti che nella storia ha provato a mettere fuori uso quel luogo dove le persone pensano, studiano, crescono e si emancipano.


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