“La convergenza di tutte le forze politiche di opposizione (PD, M5S, Azione, Avs e +Europa) attorno a una proposta unitaria in materia di salario minimo legale è estremamente rilevante. Al governo c’è infatti una destra reazionaria nel campo dei diritti e delle libertà civili e ultra liberista in campo economico-sociale e tale convergenza può annunciare l’inizio di una nuova fase caratterizzata da un’alternativa di visione e progetto, da praticare e verificare in Parlamento ma, ancora di più, nella società”.
“Il salario minimo è una misura presente da anni in tutti i Paesi del G7. L’unica eccezione riguarda l’Italia. Noi siamo convinti che sia giunta l’ora di invertire la rotta anche nel nostro Paese e garantire così a 3,6 milioni di cittadini e cittadine che lavorano, rispetto e dignità. È un principio di civiltà sancito dalla nostra carta costituzionale. Infatti l’articolo 36 della Costituzione afferma che chi lavora ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
“Dopo mesi di battaglia in Parlamento e fuori, il PD con le altre forze di opposizione è andato al confronto con il governo a spiegare la proposta sul salario minimo, ma la destra frena e prende, anzi perde, tempo e non ha nessuna proposta alternativa. Giorgia Meloni ha usato il tavolo con le opposizioni come uno spot, chiacchiere in un pomeriggio di libertà dall'ombrellone tanto per dimostrare che il governo è aperto all’ascolto. La realtà, più semplicemente, è che con il 70% di italiani favorevoli alla misura non potevano cancellarla dall'agenda, così hanno deciso di imboccare la strada del rinvio. Prima il voto di sospensione per due mesi, poi la delega al Cnel di Brunetta, che peraltro in passato si era pubblicamente espresso contro questa misura, affermando che è la ‘casa dei corpi intermedi’. Noi fatichiamo a credere che da quel consesso, riportato oggi agli onori del mondo, possa uscire un nuovo inizio di Patto sociale. Siamo anzi convinti che questa scelta abbia un solo obiettivo: tirare la palla in tribuna e alleggerirsi la coscienza prima di andare in vacanza, dimenticando però che 3,6 milioni di lavoratrici e lavoratori continueranno a percepire paghe da fame e con ogni probabilità in vacanza non ci potranno andare”.
“La proposta di legge unitaria delle opposizioni punta su due punti fondamentali e riguarda dipendenti e autonomi: da un lato, vuole rafforzare la contrattazione collettiva, perché fa valere verso tutte le lavoratrici e i lavoratori di un settore la retribuzione complessiva prevista dal contratto collettivo firmato dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative. In questo modo si contrastano i contratti pirata, le false imprese, le false cooperative e le esternalizzazioni che servono spesso a sottopagare i lavoratori; dall’altro lato, fissa una soglia di 9 euro lordi all’ora come minimo tabellare, sotto la quale nemmeno la contrattazione collettiva può scendere. Altrimenti non è lavoro ma sfruttamento. Dunque, è bene evidenziare che salario minimo non significa 9 euro per tutti. Semplicemente chi oggi prende 5 euro l’ora non potrà prenderne meno di 9. Chi oggi ne prende 14 continuerà a prenderne 14 e li prenderanno tutti i lavoratori di quel settore anche se non coperti dal contratto più rappresentativo”.
“Mentre di fronte a ciò la destra rinvia, noi non vogliamo stare con le mani in mano e quindi abbiamo deciso di raccogliere firme, fin da subito online e dopo ferragosto anche con banchetti in tutti i quartieri di Cesena, per dare ancora più forza a questa proposta di legge. Ci mobilitiamo nell’attesa di capire cosa dirà tra 60 giorni questa destra a proposito di salari in un Paese che ha visto un aumento del 9,2% dell'indice dei prezzi a fronte di un incremento delle retribuzioni del 2,9% (contro il 4,4 della media europea). Di fronte a questo scenario siamo fortemente preoccupati perché in questo momento l’unica cosa tangibile di questo governo non è il salario minimo, non sono i ristori per gli alluvionati, non sono le risorse per salvare la sanità pubblica ma i cruciverba sulle spiagge. Quelli gli riescono bene, perché con la propaganda hanno una certa esperienza, in quanto gli permette di rimanere lontani dai problemi reali. Noi non glielo permetteremo, gli daremo l’assillo finché non metteranno i piedi nel Paese reale”.
“Dunque, in conclusione, se pensi anche tu che in Italia bisogna fissare un salario minimo e vuoi dare il tuo contributo a questa battaglia vai sul sito salariominimosubito.it e firma la petizione online: c’è bisogno del supporto di tutte e tutti per vincere!”.