“Per un futuro più giusto. L’alternativa c’è”. È questo il titolo della manifestazione organizzata dal Partito Democratico, sabato 11 novembre a Piazza del Popolo a Roma a partire dalle ore 14.
Dal cesenate si organizzano pullman con partenza: ore 6:30 da Cesenatico, Parcheggio P.le della Rocca; ore 7:00 da Cesena, Piazzale Ippodromo; ore 7:20 da Mercato Saraceno, Area sosta E45 Montecastello; ore 7:40 da San Piero in Bagno, Parcheggio del cimitero. Per chi volesse partecipare deve comunicare la propria adesione inviando una mail a organizzazione@pdcesena.it oppure telefonando in orario mattutino allo 054721368.
“Sabato 11 novembre saremo in tante e tanti, anche da Cesena, a scendere in piazza. Ci saremo in modo convinto per dire no a una manovra assolutamente insufficiente rispetto ai problemi che abbiamo di fronte, senza uno sguardo lungo verso il futuro del Paese, anzi pensata come se non ci fosse un domani, infatti la gran parte delle misure varranno solo per il 2024, dal taglio al cuneo fiscale alla riduzione del canone Rai. Un testo che quindi non consentirà all’Italia né di ripartire né, tantomeno, di ridurre le disuguaglianze sociali. Tutto ciò mentre i dati Istat sulla povertà in costante aumento ci ricordano quanto sia allarmante la situazione sociale, con l’inflazione che rende sempre più faticoso per milioni di famiglie arrivare a fine mese”.
“Non c’è nulla sui servizi pubblici essenziali come sanità, istruzione e casa. Anzi ci sono tagli pesanti agli enti locali, ben 600 milioni di euro l’anno fino al 2028, che renderanno difficile la continuità dei servizi per i cittadini. A tutto ciò si aggiunge un durissimo taglio, pari a 400 milioni di euro, ai fondi per le disabilità”.
“Sulle pensioni poi la retromarcia è totale. Per anni avevano promesso di spazzare via la legge Fornero. Una volta al governo, stanno facendo il contrario, varando norme ancora più restrittive. Infatti invece che Quota 41, come annunciava Salvini in campagna elettorale, si replicherà forse Quota 103, ma sono talmente tanti i paletti che saranno in pochissimi a poterne usufruire. In compenso, diventerà più difficile andare in pensione prima per le donne e le categorie fragili: Opzione donna e Ape sociale escono infatti fortemente ridimensionate dalla manovra”.
“Per quanto riguarda la sanità pubblica le risorse aggiuntive, tanto sbandierate dalla premier Meloni, non sono in grado di coprire neppure i costi dettati dall’inflazione e dal caro energia. I fondi stanziati non permetteranno alle Regioni, che avevano chiesto all’unisono un serio aumento del fondo sanitario, di poter affrontare tutte le spese legate al comparto, mettendo così in serio pericolo la tenuta del SSN. D’altronde il loro indirizzo è evidente: sempre più sanità privata, dove chi ha i soldi si cura, e sempre meno sanità pubblica, così chi è meno abbiente dovrà rinunciare a curarsi”.
“Potremmo andare ancora avanti ad elencare i motivi che ci portano a scendere in piazza con convinzione. Dall’aumento dell’iva sugli assorbenti e sui prodotti per l’infanzia all’inesistenza di misure contro il caro vita. Insomma, nel complesso è una manovra di austerità, fatta da un Governo che ha promesso di tutto e di più in campagna elettorale e che ora si scontra con una realtà che non è in grado di affrontare e di gestire. Tutto ciò a discapito del nostro Paese che da oltre un anno si trova in balia di un Governo diviso e di una Premier che dovrebbe governare e invece continua a fare gaffe mondiali”.