Recovery fund, raggiunto lo storico accordo
22 luglio 2020
Dopo quattro giorni di trattative e accesi confronti è arrivato l’accordo europeo. All'Italia l'intesa porta una dote di 209 miliardi di euro (dei 750 complessivi), con 82 miliardi di sussidi e 127 di prestiti. “Un risultato storico per l’Unione europea - afferma la segretaria del Pd Cesena Maria Laura Moretti -. Ora abbiamo la possibilità, e soprattutto la responsabilità, di far ripartire il nostro Paese utilizzando al meglio questi fondi. Abbiamo la grande occasione di investire seriamente sul futuro, in infrastrutture sociali, scuola, sanità e buona occupazione”. “In questi giorni abbiamo assistito all’ennesimo scontro tra chi vive l’Europa con lo spirito dei Padri Fondatori e chi invece la vuole mantenere nella divisione, nel perseguimento dei propri interessi nazionali. Oggi ha vinto l’Unione Europea, ma nella consapevolezza che serve comunque avviare una riforma dei trattati che renda l’Europa sempre più forte e più democratica. È stato svolto un lavoro eccezionale che testimonia le enormi potenzialità del Progetto Europeo, unica garanzia per il nostro futuro, nella misura in cui sa operare in modo solidale e mutualistico, sconfiggendo le tentazioni nazionaliste e opportunistiche di alcuni Paesi. Ha vinto lo spirito di Ventotene e su quella strada l’Europa deve proseguire”. “Adesso l'impegno sarà quello di garantire che i fondi arrivino al più presto - afferma il Capogruppo PD Cesena Lorenzo Plumari - e che vengano spesi bene a partire dal sostegno agli Enti locali: Comuni e Regioni che, in questi mesi, con un grande sforzo hanno retto l'urto della pandemia, ma che ora hanno bisogno di risorse certe per rispondere alle difficoltà di cittadini, imprese e associazioni che stanno cercando di rialzarsi e ripartire, e necessitano di un forte sostegno pubblico. Per questo è bene che parte delle risorse del Recovery Fund vengano destinate agli Enti locali, attraverso accordi con il governo nazionale e con la realizzazione di seri piani di investimento, perché è impensabile progettare un rilancio e una ricostruzione dell’economia che non veda protagonisti i territori”.
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